Rimini | Comune, consiglio sospeso sui senzatetto. Giudici: gettone ai meno abbienti
Si parla di povertà, marginalità e della proposta del Comune di Rimini di destinare un appartamento confiscato alla mafia ad abitazione per un senzatetto. Si è finiti (senza motivo) con il darsi dei fascisti, con la sospensione del consiglio comunale per una ventina di minuti e, alla ripresa, con l’uscita dall’aula di Pdl, FdI e Lega al momento del voto (la delibera alla fine è stata approvata con il voto della maggioranza, dei 5Stelle e di Pazzaglia, in un’aula mezza vuota). E’ successo ieri in maniera del tutto gratuita.
La delibera in questione è quella del progetto House first, già votata all’unanimità una settimana fa in quinta commissione. “Si partirà da un appartamento, ma l’idea è di arrivare a dare alloggio a dieci persone, con disagio mentale molto grave”, ha spiegato il vicesindaco Gloria Lisi. “Obiettivo è il contrasto all’esclusione sociale e mettere al centro la persona che viene responsabilizzata, per esempio dandole in consegna il mazzo di chiavi, e che così attiva delle capacità che la mettono nelle condizioni di rendersi autonoma)”, ha proseguito Lisi, affermando che il progetto sta ottenendo risultati importanti sia in Europa sia in nord America, “anche sotto l’aspetto economico”. Si tratta di una sperimentazione, una prima assoluta in Italia.
Il primo a prendere la parola, protagonista di quella che aihmé non è stata una fiction, è il consigliere di minoranza Fabio Pazzaglia (Sel Farecomune), che la settimana scorsa aveva portato all’attenzione del consiglio proprio la problematica dei senzatetto. Poi uno a uno alcuni colleghi di minoranza, tutti entusiasti per l’acquisizione del bene confiscato alla mafia da parte del comune e tutti convinti che contro la marginalità e la povertà sia necessario agire. Ma ognuno con una sua perplessità sulla sfida a cui il comune si appresta.
“Basta ad un malato psichiatrico dargli un tetto perché si integri?”, si domanda Eraldo Giudici. “Si tratta di persone che hanno bisogno di un certo tipo di accompagnamento, anche di tipo sanitario, e noi li mettiamo soli al terzo piano di un condominio a Marina centro: avete indagato tra i condomini se ci sia da parte di qualcuno di essi la disponibilità a farsi carico di queste persone?”, si chiede anche Giudici. Grande plauso alla delibera arriva da Gennaro Mauro, “un risultato importante quello di acquisire un bene confiscato alla mafia, una scelta coraggiosa”. Salvo poi domandarsi anche lui: “Siamo sicuri di non dimenticare tante altre situazioni di marginalità e povertà che in questa città necessitano di una risposta?”. Qui Pazzaglia mugugna una prima volta. Tocca a Gioenzo Renzi con il suo punto di vista da ex bancario e le perplessità sul fatto che l’appartamento sia ipotecato. “Siamo sicuri che a Rimini non ci siano mamme e papà con figli in difficoltà economiche e anch’essi in cerca di un tetto?”, è il dubbio di Giuliana Moretti.
E qui Pazzaglia si fa richiamare per una seconda volta, prima di prendere nuovamente la parola, questa volta per dare dei fascisti ai suoi colleghi di minoranza. Ne ha per ognuno. Parla di una “gamma di toni e colori più o meno accentuali che stanno tutti su una tastiera, quella tipica del fascismo”. Chi gli siede accanto in assemblea si appella al presidente Donatella Turci, ma Pazzaglia ‘sa il fatto suo’ e la costringe a un lungo primo richiamo. Lui va avanti sulla stessa linea. “E’ una questione culturale. I poveri visti come spacciatori, ladri, farabutti, una categoria assieme a zingari, ebrei, neri, comunisti, categorie per cui qualcuno 60 anni fa aveva tentato di risolvere il problema alla radice”. Pazzaglia parla di poca umiltà da parte di chi “vuole parlare, ma non sa di cosa stia parlando”, parla di cultura del ‘benaltrismo’. “Venite a farci la polemica provocatoria voi a noi da fascisti quali siete, voi siete dei fascisti noi siamo delle persone che cercano di far sì che nella società si viva meglio”. Insorge Moretti: “Fascista sei tu”. Turci lo richiama una seconda volta, ma niente. “Lei collega Moretti la deve smettere di mettere la rivoltella alla tempia e dire che preferisce aiutare una mamma, queste cose le può dire nel suo partito Forza Nuova, Forza Italia o Forza fasci, o come si chiama”, fa Pazzaglia evidentemente fuori di sé. Prende ed esce. Rientra dopo un po’. Da qui in poi sono vari i tentativi di risposta e di mandare avanti la discussione, ovviamente soffocati sul nascere da Pazzaglia. Tanto che alla fine Turci sospende la seduta.
“Di ciò ce ne dogliamo innanzitutto per lo stesso Pazzaglia, per la simpatia che, da sempre, sul piano personale, abbiamo per lui, perché dare dei “banditi” a dei rappresentanti politici eletti democraticamente dai cittadini riminesi, non può non evocare, quell’“Achtung banditi” di repubblichina memoria. E’ nostra intenzione proporre ai consiglieri la devoluzione del gettone di presenza di ieri sera per il sostegno di opere sociali a favore dei meno abbienti”, è il commento a freddo di Giudici.